mercoledì 7 dicembre 2011

CAPITOLO 4: – Sorpresa – G.



Imbarazzo mescolato con un una buona dose di sorpresa, mi scombussolarono completamente. La vista di quella ragazza, a differenza del nostro imbarazzante primo incontro, generò in me un misto di sensazioni diverse, il cui accostamento risultava alquanto singolare, ma dovevo riuscire a mascherare il mio caos mentale apparendo tranquillo e disinvolto. Ero talmente concentrato ad impedire a queste sensazioni di trasparire che avevo il timore di risultare inespressivo e freddo. Dopo ciò che aveva combinato John davanti al ferramenta, era praticamente impossibile non sentirsi imbarazzati, ma dovevo risultare disinvolto, dopotutto non ero stato io a dimostrarmi infantile. Anzi, in quell’ occasione mi mostrai proprio freddo e privo di interesse per quella ragazza a differenza di John, anche perché ero parecchio sovrappensiero a causa di Jane. Infatti, mentre ero intento a caricare il pick-up tra tanti  pensieri, nemmeno la degnai di uno sguardo. Avevo notato solo ora che era in piedi davanti a me la sua bellezza, ma ciò che mi attraeva era la positività che trasmetteva. Appena ci vide notai un lampo di sorpresa e imbarazzo nei suoi occhi, facendogli cadere di mano il beauty, che rovesciò il suo contenuto sul pavimento. Silenzio generale. Pochi interminabili secondi sembravano un’ eternità in quel momento poiché carichi di imbarazzo e tensione, ma mi precipitai comunque sui pezzi del beauty che mi erano vicini per riparare i danni, mostrando disinvoltura e rompendo la tensione. “Grazie...” si limitò a dirmi lei con voce candida ma nettamente imbarazzata.“Figurati...” risposi io in maniera piatta, riacquistando la mia solita freddezza.
“Thea, come ti dicevo, loro sono Erik e John” la mia pressione si stabilizzò realizzando che Anne aveva rotto la situazione imbarazzante, riprendendo le presentazioni. Mi limitai a stringere la mano a Thea che mi rivolse un debole sorriso, mentre presentandosi con John sembrava essere anche leggermente accigliata. Ovvio! Con quello che aveva combinato poco prima mi sembrava il minimo! John era sempre il solito, parlava senza dare freni alla sua lingua.
“Bene ragazzi abbiamo un lavoro da svolgere fuori...Lo steccato vicino il cancello non si dipinge da solo” esordì Tom all’ improvviso.
“Ci vediamo presto Althea!” John se non peggiorava le situazioni già imbarazzati non aveva l’ anima in pace. Un sorriso così radioso dopo la figura di prima era proprio fuori posto, tanto che Althea rispose con un noncurante “Ciao” che conteneva anche una lieve nota di disgusto. Lungo il luminoso sentiero costeggiato di erba verde, che portava al cancello, John si rivolse a me ed esordì “Quella ragazza è un po’ acida Erik...”.
“No...sei tu che sei idiota...” risposi seccato dal suo commento e Nick scoppiò in una risata sonora, aggiungendo “Erik vieni con me intanto che mi aiuti a prendere la vernice”.
Seguii Nick fino al pick-up e mentre prendevano i barattoli, esordì divertito senza che me l aspettassi “Erik hai notato che carina la nipote di Anne? Suppongo avrà circa l età tua...” Mi colse di sorpresa poiché sembrava che Nick, sapendo quanto stavo male per Jane, volesse portare i miei pensieri in direzioni più piacevoli. Il primo pensiero fu di rispondere a Nick che avevo la mente altrove, tuttavia il mio amico voleva solo chiacchierare e, con una mezza risposta, confermai la sua affermazione “Si è davvero carina...”.
“Anche più di Jane” disse Nick sorridendo. Non potendo evadere il discorso mi rifugiai in un argomento parallelo meno piacevole, nella speranza di chiudere la questione “La ferita di Jane è ancora aperta, al momento mi sento alquanto chiuso. È difficile da superare questo colpo Nick, soprattutto perché la ferita stamattina si è riaperta e ora come ora mi sento confuso e deluso.” dissi mostrandogli successivamente il cellulare con il messaggio di Jane.
Nick era sempre stato sincero con me e tenevo molto in considerazione la sua amicizia, quindi appena mi restituì il cellulare vidi nella sua espressione ciò che disse un secondo dopo “Non lasciare ad una persona come Jane di rovinare il tuo futuro...Erik credo solo che tu sia stato un po’ sfortunato, ma l’ esperienza ti insegnerà ad inquadrare meglio le donne che incontrerai. Devi seguire ciò che senti, senza avere blocchi, sarà proprio questa esperienza negativa con Jane a farti da scudo appena fiuterai qualcosa che non va...”.
“Nick non hai torto e mi fido dei tuoi consigli, però sono ancora confuso e segnato a causa di Jane. Al momento so che hai ragione, ma il timore di soffrire nuovamente mi blocca” risposi pensieroso.
“Vedrai Erik che riuscirai a tirarti fuori da questa situazione...ora portiamo questi secchi di vernice così finiamo il lavoro.” Aiutai Nick con i secchi e cominciammo il lavoro che richiese parecchio tempo.
Mentre verniciavo lo steccato i pensieri mi sommersero, portandomi alla mente di nuovo il dolore causato da Jane, tutte le delusioni che mi aveva rifilato, ma anche le parole di Nick. Notai che per la prima volta da molti giorni distolsi il pensiero da Jane, portando la mia mente sul discorso di Nick. Ovviamente ,per aver prevalso sul mio dolente chiodo fisso, riconobbi che qualcosa di vero c’ era nelle parole del mio amico, però riportai poco dopo la mente ai ricordi di quella sensazione di dolore e delusione. La mia mente era un vero vortice di pensieri e passavo all’ improvviso da una questione all’ altra.  La bellezza di Althea… Ma c’ era qualcosa di più e il mio pensiero tornò a focalizzare quella positività che trasmetteva, capendo che era quello l’ elemento di Althea che aveva suscitato in me tanto interesse. La sua bellezza da sola infatti non avrebbe mai portato la mia mente così lontano.
Quando il lavoro fu concluso Anne e Althea uscirono per salutarci e sotto la luce del tardo pomeriggio notai nuovamente la sua bellezza, che mi aveva davvero colpito per i suoi lineamenti aggraziati che trasmettevano dolcezza, gli occhi marrone dallo sguardo così intenso e la sua lunga chioma di capelli castani illuminati dal sole. Pensai che era davvero carina, confermando a me stesso ciò che avevo detto a Nick. Rimasi comunque concentrato a sistemare le ultime cose prima di andarcene, mascherando questo mio pensiero perfettamente.
Una volta arrivato all’ azienda, stanco e pensieroso salutai tutti e mi incamminai con la borsa verso casa. Mentre me ne stavo andando Nick mi fece cenno di salire nella sua auto e accettai volentieri il suo passaggio.
Durante il viaggio Nick riprese la nostra conversazione domandandomi “Possibile che questa Jane ti abbia tolto ogni iniziativa?” e con disinvoltura risposi “Sono deluso e ho sofferto molto questi giorni”, suscitai una lunga risata in Nick, che quasi mi infastidì, così mi sbrigai ad aggiungere “Nick certe esperienze negative sono difficili da cancellare!”            
“Anche per questo esistono gli amici Erik...” disse e poi aggiunse “ Ho una brillante idea, stammi a sentire” gli rivolsi lo sguardo e lui seguitò “Essendo mia moglie molto amica di Anne, potremmo organizzare una cena a casa mia...e ovviamente invito anche te e Althea...”.
Idea davvero geniale pensai, se non ci fosse il problema che non mi sentivo pronto a presentarmi a nessuna ragazza a causa del dolore che attanagliava il mio cuore. Nick comunque aggiunse gioviale “Domani ti aspetto a casa mia Erik . Alle sette e mezza in punto per una squisita cena con Althea”. “Nick non lo so...sono molto confuso e rischio solo di essere impacciato e freddo...” dissi piazzando li quella risposta talmente sincera che il mio amico disse comprensivo “Non insisto Erik...però qualcosa per non rimanere schiacciato da questa delusione devi fare...”                                                 
Già...dovevo fare qualcosa...ma in quel momento non avevo proprio forze per reagire…

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