domenica 15 gennaio 2012

CAPITOLO 10: - Un felice ritorno - G.


L’ unica mattina della settimana che avevamo libera stava sfumando e diventando improduttiva a causa dei troppi pensieri negativi che affollavano la mia mente. Ero davanti al mio libro ma non riuscivo affatto a concentrarmi e a trovare la forza per concludere quel capitolo, poiché notai che la mia mente era altrove e ogni singola parola diventava sempre più pesante. “Il parlamento” era il titolo e l’ argomento trattato nel capitolo, ma dopo aver alzato lo sguardo al cielo e lasciato la mia penna cadere sul tavolo, mi domandai come potevo imparare tutte quelle pagine fitte di nozioni se i miei pensieri non volevano lasciarmi in pace.. Mi alzai e mi buttai sul letto e quando chiusi gli occhi il mio pensiero era uno solo: Althea e l’ accaduto della sera prima. Erano passate meno di dodici ore da quando ci eravamo lasciati a pochi metri dal cancello di casa sua: io affranto e confuso, lei in lacrime. Avevo la sua immagine viva nella memoria, ricordavo alla perfezione ogni minimo dettaglio del momento in cui poggiai le mie mani sulle sue spalle scoperte, per rassicurarla poiché era spaventata. Ero a mezzo metro da lei e riuscii a notare i suoi lineamenti dolci e aggraziati, il suo nasino delicato e gli occhi scuri, stupendi, debolmente illuminati dalla luce artificiale e colmi di lacrime e spavento. I nostri sguardi si incrociarono per alcuni secondi e io ebbi un brivido, poiché erano espressivi e rispecchiavano il suo animo puro. Era davvero spaventata e affranta, tanto che il suo collo delicato tremava per i grossi respiri che traeva, nel tentativo di bloccare le lacrime, quindi mi sembrò il minimo rassicurarla. Quando poi scoppiò in lacrime per colpa mia, sentii il mio cuore sprofondare, perché mi ero reso conto di aver esagerato con il mio atteggiamento verso di lei, e subito dopo pensai di essermi meritato la sua reazione. Quando corse via, visto lo spiacevole accaduto con quei ragazzi, la seguii comunque e me ne andai solo dopo aver visto la sua chioma di capelli castani sparire dietro la porta secondaria della casa di Anne. Non potevo permettere a nessuno di toccarla, infatti pensai più volte a quanto fosse stato forte l’ istinto di seguirla di nascosto per appurare non le succedesse nulla. Era così aggraziata, delicata, stupenda...mai e poi mai avrei permesso a quel Mike di farle qualcosa! Mai visto né sentito nominare, ma se solo avesse provato ad avvicinarsi ancora a Thea, gli avrei fatto passare un brutto momento. Pensai ripetutamente a lei, a quanto mi avesse colpito e al fatto che credeva fosse invisibile ai miei occhi, quando in realtà era l’ esatto opposto. Realizzai di aver commesso gravi errori nei suoi confronti e di aver sbagliato completamente l’approccio, ma non mi buttai giù, così, visto che lo studio era andato a monte, decisi di fare luce su alcuni punti per riparare. Dopo le parole di Thea della sera precedente, che mi avevano fatto passare per bugiardo, uscii di casa con il sole che ormai era alto e batteva forte e mi incamminai in direzione del paese per raggiungere il bar dove lavorava Jane, poiché dovevo chiarire una volta per tutte il fatto che io e lei non avevamo più alcun legame sentimentale.
Velocemente raggiunsi il bar, entrai e subito notai Jane dietro il bancone vicino la macchina del caffè, con i capelli biondi raccolti con un fermaglio rosa intenta ad asciugare dei bicchieri. Mi avvicinai tranquillamente a lei e dissi in tono piatto come se fossi un normale cliente “Buongiorno”. Lei si voltò verso di me e sorridendo disse “Buongiorno Erik! Cosa vuoi, un caffè? Un cappuccino?” ed io fissando un punto nel vuoto dissi “Voglio la verità...” poi spostai il mio sguardo verso il suo, notando che i suoi occhi celesti avevano smesso di guardarmi con l’ interesse di una volta ormai da diverso tempo e seguitai “Girano voci che io e te stiamo ancora insieme...ne sai niente?” Il suo sorriso si fece beffardo e deformò il suo piccolo naso, poi rispose “Che vuoi che ne sappia io, la gente oltre a farneticare ha anche la lingua lunga...” ed io con voce decisa dissi “Non c’ è più niente tra noi due! E non voglio più sentire voci assurde in merito! Sono stato chiaro?”  Per un attimo Jane mi fissò, inarcò le sue fine sopracciglia e disse lentamente e con voce bassa “Prenditela con chi ti ha detto simili cose...non con me!” poi tornò ad asciugare i bicchieri come se io non esistessi. All’ improvviso, dopo qualche secondo sembrò attratta da qualcosa alla porta del bar e in un lampo mi ritrovai le sue labbra stampate sulle mie, senza nemmeno avere il tempo di dire o fare qualcosa. Quel suo gesto mi infastidì molto, poi notando che fissava ancora la porta mi girai anche io e vidi...Althea! Era inorridita, con gli occhi spalancati e senza parole per ciò che aveva visto. Corse via senza pronunciare parola, quindi io mi voltai verso Jane e risposi al ghigno che mostrava con un’ occhiata torva e carica di rabbia e conclusi quella visita dicendo “Vedi di sparire dalla mia vita! E non provare a rovinarla!” Non avevo alternative...dovevo chiarirmi con Althea!
Correndo velocemente la raggiunsi e afferrai il suo braccio con presa sicura ma non dura, e ci ritrovammo faccia a faccia. “Thea aspetta devo spiegarti! Tra me e Jane è finita, ormai non voglio saperne più nulla di lei...” mi sbrigai a dire, ma lei sembrava davvero stanca delle mie parole, così pronunciò con tono stanco “Fai quello che vuoi...non mi interessa con chi stai o dove stai, non mi importa niente! Mi hai veramente stancato, vattene!”
“Althea...aspetta...”non feci in tempo a replicare che lei corse via e rimasi immobile, vuoto, con l’ animo a pezzi. Sentivo il mondo crollarmi addosso e non avevo la forza per reagire, così rimasi seduto su una panchina con lo sguardo fisso nel vuoto a formulare un piano per riparare. L’ unica soluzione era finire di parlare con Thea e cercare di convincerla, anche se ormai ai suoi occhi la mia credibilità era pari a zero.
Mi incamminai verso la casa sul lago, immaginando più volte nella mia testa la conversazione che avremmo potuto avere, anche se ero consapevole che con ampia probabilità sarei andato incontro ad un insuccesso. Dopo una rapida camminata entrai nel piccolo sentiero circondato dal verde che percorreva il giardino della casa sul lago e sulla porta identificai una serie di figure: Anne, Tom e un fattorino con dei fiori. Cosa ci faceva Tom lì? E quei fiori per chi erano? Quando giunsi alla porta, mentre il fattorino se ne andava, i due mi salutarono e scoprii che i fiori li aveva inviati John...inutile dire per chi erano. Quel ragazzo non voleva finire il suo doppio gioco a quanto pareva...era veramente decaduto ai miei occhi! Dopo averli salutati, chiesi di poter vedere Thea, ma Anne invitò sia me che Tom ad andare, poiché doveva aver intuito quanto fosse complicata la situazione.
Il mio tentativo di convincerla a farmi  salire in camera della nipote fu inutile, così decisi di non insistere più di tanto “Ok...ora vado perché non è il caso, ma al più presto devo parlare con Thea per una questione che tengo a precisare con lei...” e la zia mi rispose “Erik ti conosco bene e riesco a capire quanto sia sincera l’ importanza che dai al voler chiarire con mia nipote...però l’ho vista salire in camera sua in lacrime...credo sia il caso di lasciarle il suo spazio...tranquillo ci parlerò io... ”
In quel momento il mio cellulare squillò perché mia madre mi stava chiamando ed io risposi “Pronto mamma!?”
 “Erik vieni a casa di corsa...su forza è importante!”
 “E’ successo qualcosa di preoccupante?”
“Vieni e vedrai!” rispose mia madre ed io dissi subito “Arrivo immediatamente...tra poco sarò lì!”        
Salutai Anne e le dissi che sarei tornato presto per parlare con Thea e che dovevo correre a casa perché ero allarmato dalla chiamata frettolosa di mia madre. Purtroppo da quando mio padre aveva avuto quel terribile incidente sul lavoro non avevamo mai un attimo di pace in casa...successe tutto un maledetto giorno di  tre anni prima...
Mentre era intento ad allenare un cavallo nella scuderia nella quale lavorava, cadde e si ruppe la gamba, finendo così di lavorare a causa della poca mobilità che ora aveva. Anche per questo il lavoro che svolgevo da Tom era così importante per me!
Arrivai a casa il più velocemente possibile, tagliando per i boschi intorno al lago e lasciandomi alle spalle la casa di Anne, anche se i rimorsi e la voglia di volermi spiegare con Thea correvano alla mia stessa velocità e non mi abbandonavano mai.
Senza neanche suonare alla porta aprii con le mie chiavi e mi diressi subito in salotto dove sentivo delle voci e mentre entravo dissi “Mamma ma cosa è succ...” le mie parole si bloccarono all’ istante alla vista di...Vivien! I miei genitori mi avevano fatto una piacevolissima sorpresa!
La mia migliore amica, nonché figlia del mio caro amico Nick, era proprio lì davanti ai miei occhi, dopo tantissimo tempo che non la  vedevo! Il suo soggiorno in Italia era terminato...finalmente!
Aveva sempre coltivato un particolare interesse allo studio dell’ italiano, così i genitori le permisero di coronare questo suo sogno...ero felicissimo per lei ma mi era mancata proprio tanto...
L’ avevo da sempre considerata come una sorella, ci conoscevamo fin da quando eravamo piccoli e non avevamo mai avuto segreti noi due; poi essendo figlio unico avevo sempre dato massima importanza al nostro legame affettivo. Da quando era partita per l’ Italia la sentivo saltuariamente e sentendola molto entusiasta parlavamo quasi solo delle sue esperienze, dei luoghi stupendi che visitava, delle conoscenze che faceva, così, anche per non turbarla, l’avevo tenuta all’ oscuro dalle ultime vicende e da quanto mi avessero ferito.
“Non ci credo! Sei qui!” e corsi ad abbracciarla sorridendo e per la prima volta dopo giorni mi sentii davvero sollevato. Lei anche mi abbracciò dicendo “Si sono tornata, sono qui...come stai Erik?” ero immobile e senza parole, poi risposi “Devo raccontarti molte cose...e tu come stai Vivi?”
“Magnificamente! L’ Italia è davvero stupenda.. ho passato un periodo fantastico. Stavo giusto mostrando le foto ai tuoi genitori” disse la mia amica con espressione gioviale, quindi mi voltai e vidi i miei genitori che stavano sfogliando un album di fotografie.
“Deve essere stato proprio stupendo il tuo viaggio Vivien a giudicare dai posti che vedo nelle foto” mio padre era particolarmente attratto dai luoghi che ammirava tra le pagine di quell’ album, così io e Vivien ci avvicinammo a lui e tutti e quattro cominciammo una lunga conversazione sui posti visitati e sugli itinerari della mia amica. Inoltre, sapendo quanto ci avrei tenuto, mi regalò una maglia della nazionale italiana, un regalo che apprezzai tantissimo. Fu davvero un momento sereno che non avrei mai immaginato, visto lo stato in cui mi trovavo fino a pochi minuti prima. In quei momenti di allegria mi sentii davvero meglio, perché nonostante tutto ora avevo una certezza: Vivien.
Al termine della conversazione io e lei ci spostammo in camera mia da soli, poi lei si mise seduta sul letto e io dietro la scrivania “ Vedo che la tua camera è sempre uguale Erik” esclamò Vivien sorridente. La sua risata si spense appena vide il mio sguardo serio e lei parve cogliere all’ istante le mie preoccupazioni, tanto che si alzò in piedi e avvicinandosi disse “Raccontami di te ora. Cosa hai fatto in tutto questo tempo?”
Silenzio. Si sentiva solo il ticchettio del mio orologio.
Poi, dopo aver riordinato tutte le mie idee, cominciai a parlarle “Io e Jane abbiamo troncato la nostra storia. Negli ultimi tempi era diventata troppo superficiale e non dava nemmeno più importanza a ciò che facevo per lei, così ora non stiamo più insieme. E’ stato un periodo durissimo e le ferite me le porto dentro ancora aperte; ho passato intere notti insonne e momenti in cui la mia testa era davvero altrove. Credimi è stata dura...” approfondii il motivo per cui ci eravamo lasciati, la delusione e il modo in cui mi ero sentito ferito e notai che la mia amica era rimasta particolarmente sorpresa, ma non delusa della notizia orribile. Dopotutto io e Jane eravamo una coppia invidiata per la nostra unione ed era plausibile che Vivien non si sarebbe mai aspettata una simile notizia, nonostante sapessi che lei non aveva mai nutrito grossa simpatia nei confronti della mia ormai ex ragazza. A un certo punto però mi interruppe “Non hai intenzione di rimetterti con lei? Se vuoi posso parlarci io per saperne di più...” lo disse d’amica, lo avrebbe fatto davvero pur di vedermi felice, ma io risposi “No, non ne ho alcuna intenzione soprattutto per i suoi ultimi comportamenti. Vedi, lei oltre ad avermi ferito e aver voluto la fine della nostra storia, sta anche cercando di intralciare la mia vita. Mi spiego meglio: nonostante le mie ferite siano profonde, c’ è una ragazza che mi ha colpito particolarmente e Jane dopo averlo capito, ha sempre cercato di alimentare incomprensioni e problemi. E come se non bastasse mi ha fatto litigare anche con John, perché sembrano avere un interesse reciproco.”
“Hai litigato anche con John? Non me la sarei mai aspettata da lui una simile pugnalata. E questa nuova ragazza invece chi è?” la mia amica sembrava incuriosita e pensierosa allo stesso tempo, così continuai il mio racconto per fare luce sui suoi dubbi “ Si chiama Althea, è la nipote di Anne, dovresti vederla ha un viso d’ angelo e un carattere stupendo. Purtroppo i miei comportamenti con lei non sono stati perfetti all’ inizio per via dei pensieri legati a Jane, così ora sto facendo fatica a farle capire il mio interesse. Sono davvero confuso credimi, ma c’ è qualcosa in quella ragazza che mi dice di dover seguitare. A parte questo, anche John sembra essere molto interessato a Thea, tanto da averla portata a cena fuori sul lago. Le regala persino dei fiori! Il mio amico John sta facendo un doppio gioco spaventoso! Praticamente sia per colpa sua, che di Jane, ora mi ritrovo in una situazione pessima con Thea. Sono stato uno sciocco ad aver nascosto ciò che pensavo su di lei.”
Vivien era davvero fra mille pensieri, stava massacrando con le dita i suoi ricci biondi e sembrava presa da una vera e propria meditazione. Ci fu un po’ di silenzio al termine del quale si voltò verso di me e parlò “Jane sicuramente sta facendo di tutto per intralciarti i piani per gelosia, ne sono certa, ma John...come può fare una simile cosa? Io credo ci sia dell’ altro da svelare su di lui.. per quanto possa essere strano, non penso arrivi a tanto.”
Avevo mille pensieri sovrapposti, si aggrovigliavano come le onde di un oceano in tempesta, senza lasciarmi il tempo di prenderli e sistemarli uno alla volta. “John, da quando abbiamo conosciuto Thea, è davvero cambiato...mai avrebbe fatto cose simili nei miei confronti per una ragazza. Addirittura ha detto di non avvicinarmi a lei perché era un suo obbiettivo e nel mentre ci stava provando anche con Jane! Sapeva bene quanto stavo soffrendo e nonostante ciò ha fatto di tutto per peggiorare la mia posizione. Ha davvero superato ogni limite!” con un po’ di rabbia e risentimento tirai fuori queste pesanti parole. Vivien cercava di elaborare i pezzi di questa storia abbondantemente intrecciata, poi riprese con il discorso e sembrava pensasse ad alta voce “No.. non posso credere che John sia arrivato a tanto! Devi assolutamente parlargli. Ora però sono proprio curiosa di saperne di più riguardo questa Althea...chissà chi è questa ragazza in grado di far girare la testa addirittura all’ impassibile Erik!” e concluse con una risata.
“Impassibile...sarà questo ad avermi rovinato tutto” borbottai in maniera confusa mentre scarabocchiavo un foglio sulla scrivania. “Ma dai Erik lo so che dentro non ti sfugge nulla e sei tutt’ altro che impassibile...su, chi può saperlo meglio di me? Ti conosco da quando eravamo nella culla praticamente. Ora devi solo pensare a sistemare con questa ragazza e lasciare che John e Jane rimangano a bollire nel loro brodo...” aggiunse quindi decisa Vivien.
Aveva proprio ragione pensai, poi continuai il discorso spiegandole i problemi  relativi al riappacificarmi con Thea “Ma si, hai ragione, però c’è dell’altro..  io e John abbiamo avuto una lite violenta davanti a lei perché ho fatto irruzione durante la loro cena al lago. Sono venute fuori parecchie cose che l’ hanno ferita durante la litigata, così davanti a lei sono passato come un tipo freddo, bugiardo e sgarbato” quindi Vivien aggiunse con sarcasmo “Altri lati carini oltre questi?”
“Dai non sono in vena di battute...comunque quel che è peggio riguarda Jane. Oggi sono andato al bar per chiarire che io e lei non stavamo più insieme e che non volevo si sapesse in giro il contrario e all’ improvviso mi ha baciato perché ha visto Thea sulla porta. Ovviamente potrai immaginare come si sia sentita presa in giro da me dopo quella scena...” aggiunsi con rabbia e dispiacere, tanto che buttai a terra la penna con il foglio ormai pieno di forme geometriche senza senso. “Al diavolo Jane! Ma cosa ha deciso? di rovinarmi la vita dopo tutto ciò che è successo tra noi? Non mi sta proprio bene il suo comportamento!”
Vivien mi sorrise in maniera confortante dicendo “Su non pensarci proprio a lei...cerca di far capire a Thea come sei davvero. Deve ricredersi sul fatto che sei freddo, bugiardo, sgarbato e antipatico. Sii te stesso insomma, senza nascondere troppo le tue emozioni e vedrai che riuscirai a sistemare.”
Aveva di nuovo ragione, tanto per cambiare, così annuendo aggiunsi “Ok...hai ragione. Comunque il fatto che sono antipatico lo hai aggiunto tu. Io mi ero fermato a sgarbato”
“Si lo ho aggiunto e lo confermo...e tanto per la cronaca io ho sempre ragione!” disse Vivien ridendo, così a quel punto presi una maglietta che era nei paraggi e gliela tirai ridendo per la prima volta dopo tanto tempo.
“I tuoi modi non sono cambiati vedo! Comunque ora devo tornare a casa...che fai mi accompagni? Una camminata ti farà bene...” mi propose la mia amica ed io accettai perché in effetti avevo voglia di stare un altro po’ con lei a parlare. Mi sentivo meglio ora e sapevo di poter contare sulla mia migliore amica e sulla sua vicinanza di nuovo in questo triste periodo.
Ci incamminammo verso casa sua e durante il tragitto presi a parlare con entusiasmo di Thea descrivendola nei dettagli, tanto che  aumentò in lei la curiosità di farne la conoscenza. Entrammo poi nel piccolo viale di mattoni costeggiato da fiori di casa Johnson e lì mi si gelò davvero il sangue per il quadretto che mi trovai davanti: Elisabeth era sull’ uscio della porta con...Althea!
“Vivi, Erik..  guardate che gentile che è stata Anne! Ha fatto portare a sua nipote una torta di mele fatta da lei per il ritorno tuo dall’ Italia. A proposito Thea ti presento mia figlia” esordì la moglie di Nick, gioviale. Vivien era molto sorridente, e dopo avermi dato una sbirciatina complice, si avvicinò a Thea e con allegria le tese la mano “Piacere di conoscerti Thea”.. 

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