mercoledì 7 dicembre 2011

CAPITOLO 1: – Cambiamenti – S.




Erano gli ultimi giorni del mese di maggio eppure l’aria era già così calda e umida. I telegiornali preannunciavano una delle estati più calde mai registrate in città negli ultimi anni. Provai un leggero sollievo al pensiero di lasciare la città per tutta l’estate. Ma l’idea delle prossime tre ore in un taxi senza aria condizionata, fece sparire il sollievo.
Abbassai il finestrino e provai a chiudere gli occhi. Un leggero venticello animava i miei capelli e asciugava la mia fronte sudata. Era difficile provare a rilassarmi quando nella mente mille pensieri si urtavano tra loro per riaffiorare. Solo qualche mese prima, quando i miei genitori mi avevano dato la notizia, ero così contrariata all’idea di partire; il solo pensiero di non vedere tutti i giorni Claire, la mia migliore amica, e suo fratello Matt, mi faceva rabbia. Poi però le cose cambiarono così velocemente che il desiderio di evasione aveva preso il sopravvento e mi aveva convinta addirittura a partire in anticipo, esattamente dieci giorni prima della mia famiglia. Mi ero ripromessa di non pensare a Matt, eppure eccole lì, quelle parole..”ti- amo- Althea”..che martellavano ripetutamente nella mia mente. Ma Matt era fidanzato! Non poteva amarmi..no!
Io lo avevo sempre considerato come un fratello, eravamo cresciuti insieme, e il fatto che lui avesse infranto quell’equilibrio, mi infastidiva. Non amavo Matt, di questo ero certa e lui lo sapeva, glielo avevo detto.. ma lui non aveva voluto capirmi e mi aveva baciata. Di sicuro la sua ragazza mi avrebbe odiata se l’avesse scoperto, e quando avevo deciso di dirglielo io stessa, di confessarle che in realtà provavo solo un grande affetto per lui, ero convinta che avrebbe capito. Che stupida, pensai.. Ovvio che non l’avrebbe fatto. E quel bacio non voluto, mi aveva rovinato le amicizie e la reputazione. Le ragazze che incontravo camminando per strada, quelle che un tempo chiamavo amiche, ora si tenevano ben strette i loro fidanzati, come se io potessi rubarglieli con uno sguardo. Patetiche.. L’unica che mi aveva creduta e sostenuta, era stata Claire, che seppure sapeva dei sentimenti del fratello per me, non aveva mai forzato le cose e aveva preferito che fosse stato lui a rivelarmeli. Per giorni mi ero chiusa nella mia stanza, rifiutando le chiamate che sapevo essere di Claire e di Matt. Dovevo pensare.. e fu quello il momento in cui rielaborai la proposta dei miei genitori e la trasformai in una occasione, la mia possibilità di fuga. Mi feriva l’idea di lasciarli, ma chissà, magari dopo i prossimi tre mesi, la gente avrebbe dimenticato l’accaduto, le “amiche” mi avrebbero salutata come un tempo e Matt sarebbe tornato dalla sua fidanzata, scherzandoci su all’idea di quella dichiarazione. Più che altro, era quello che mi auguravo..
Involontariamente, afferrai la mia borsa strattonata dal movimento brusco del taxi, e mentre il tassista imprecava contro un altro conducente che non aveva rispettato la precedenza, mi accorsi che alcuni oggetti vi erano caduti: lo specchietto, il mio lucidalabbra al lampone e…quel foglietto bianco ripiegato. Sapevo che cos’era, solo non credevo di averlo messo in borsa. Non potevo crederci.. Praticamente stavo portando con me un frammento di quel “tutto” che volevo lasciarmi alle spalle. Era il suo biglietto.. una specie di lettera in cui mi spiegava cosa amasse di me; era stato quasi due anni a reprimere quel sentimento sapendo quale sarebbe stata la mia reazione, ma doveva dirmelo, non riusciva più a nasconderlo.. mi aveva dato quel biglietto solo una settimana prima della mia partenza, mentre tornavo a grandi passi a casa e lui mi seguiva. Non gli avevo detto nulla dei miei programmi estivi ed ero soltanto corsa via senza salutarlo. Mi piangeva il cuore a sapere di essere stata così fredda con lui, ma era necessario, mi avrebbe capita, prima o poi.
Mentre gli occhi, leggendo, scorrevano veloci sulle parole che lui mi aveva scritto, notai che la mia mente evitava da sola “quelle parole” in fondo alla pagina, quelle stesse parole che mi aveva pronunciato e che ora vedevo accompagnate da un ‘Per sempre tuo, Matt’. Improvvisamente squillò il mio cellulare, era un messaggio e, come se stessi facendo una cosa che non dovevo, richiusi frettolosamente quel foglio e lo infilai nella borsa. Presi il telefono, era Claire, un altro dei suoi lunghi messaggi :
‘Ehi Thea, volevo solo augurarti buon viaggio e ringraziarti per la telefonata di qualche giorno fa.. ho salutato da parte tua Matt come mi avevi chiesto.. sai, lui è molto dispiaciuto di questa tua decisione, ma capirà.. Su via, non voglio annoiarti.. Ero passata a casa tua questa mattina per risalutarti ma tua madre mi ha detto che eri già partita. Eh si, in fondo ci siamo salutate ieri pomeriggio.. mi mancherai amica mia.. ma promettimi che mi chiamerai appena arrivi. Kiss, Cla’. Sarebbe mancata tanto anche a me, anzi, già mi mancava, ma ci saremmo sentite tutti i giorni comunque. Le risposi: ‘Ciao Claire, mi dispiace che sei venuta senza trovarmi ma, come ti dicevo ieri, sarei partita presto.. mi mancherai anche tu.. Sappiate che vi voglio bene. Thea’. Avevo detto a Claire che sarei andata in montagna ma non il posto preciso; non lo avevo omesso per mancanza di fiducia, ma temevo che se Matt l’avesse saputo, mi avrebbe senza dubbio raggiunta. In fondo Claire sapeva questo, lo aveva capito, quindi non chiese di più. Misi il cellulare in borsa e accantonai la tentazione di rileggere i vecchi messaggi dei miei più cari amici. 

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