mercoledì 7 dicembre 2011

CAPITOLO 7: – Il primo appuntamento – S.



Riattaccai il telefono di casa di Anne e mi incamminai verso il salotto. Avevo appena risentito i miei genitori e avevo fatto il possibile per mantenere calma la mia voce e tranquillizzarli sul fatto che stavo davvero bene a Crystal Lake. Mi piaceva molto quel posto ma avevo la sensazione che le cose pian piano si stessero complicando: ero arrivata lì per fuggire da un ragazzo, e ora mi ritrovavo a pensare a ben due ragazzi dopo solo cinque giorni dal mio arrivo. Soltanto tre sere prima non volevo partecipare alla cena organizzata da zia Anne, ma poi erano successe delle cose che inspiegabilmente mi avevano turbata: avevo incontrato per la prima volta quella ragazza, Jane e , a giudicare da come parlava con Erik, come lo guardava e come erano in confidenza anche con i gesti, avrei giurato che quei due avessero una storia; poi per la prima volta mi ero trovata a chiacchierare brevemente con lui e, anche se tentava di nasconderlo, qualcosa doveva averlo ferito durante quell’incontro con Jane e io non volevo immischiarmi in quella situazione; infine, la cosa più shockante tra tutte, era legata a John che, con mia grande sorpresa, mi aveva dato il suo numero e aveva accennato ad un appuntamento. Che situazione! Avevo aggiornato la mia amica Claire sugli ultime novità tramite messaggi e mail, perché , in qualche modo, non volevo lei notasse dal tono della mia voce tutto il mio coinvolgimento nei confronti di Erik e John dopo così poco tempo. Inoltre non me la sentivo di fare un simile torto nei confronti di Matt, seppure io non gli dovevo niente; era forte il contrasto tra le mie fantasie su un ipotetico ragazzo con cui uscire e i sensi di colpa che quelle fantasie suscitavano in me, perché sapevo perfettamente quanto una simile notizia avrebbe distrutto il mio migliore amico. Cosa dovevo fare? John, come se non bastasse, mi aveva ripetutamente cercata al telefono di casa di Anne e io, puntualmente avevo trovato mille scuse per non rispondergli. Davvero era convinto che avrei preso il suo numero e lo avrei chiamato? Magari sarebbe stato opportuno da parte mia scrivergli un messaggio, spiegargli che non ero pronta per frequentare un ragazzo, ma se lo avessi fatto lui avrebbe avuto il mio numero e, ci avrei scommesso, avrebbe insistito con messaggi e chiamate. D’altro canto, non era carino che zia Anne fosse obbligata puntualmente a rispondere al telefono al posto mio come copertura e, anche se non lo diceva, sapevo che questa situazione non le piaceva molto. Entrata nel salotto, mi misi a sedere comodamente sul divano. Non avevo mai notato quanto zia Anne fosse minimalista nella cura dei dettagli: conservava ogni singolo oggetto, sia che lo avesse acquistato da sé, o che le fosse stato regalato; le vetrine del salotto erano curate e ordinate. Chissà quanto tempo mia zia passava a riordinare e spolverare, visto che comunque l’ordine e la pulizia erano impeccabili in casa sua. In quel preciso istante entrò nella stanza adiacente con i sacchetti della spesa e, da brava nipote, corsi ad aiutarla. “Sei un tesoro cara” era ammirabile questa donna, nonostante le fatiche e la stanchezza, riusciva a sorridere trasmettendo tranquillità a chiunque le si trovasse intorno.
“Figurati, zia.. poco fa ho sentito i miei e hanno confermato cha tra qualche giorno saranno qui..”
“Oh come sono contenta! Così potrò finalmente rivedere tuo fratello Logan, quell’adorabile peste.” Scoppiammo a ridere, ma la mia risata finì troppo preso e lei lo notò:
“Tesoro - mi invitò a sedermi vicino a lei – cosa c’è che non va? Non ti piace stare qui? Ti mancano gli amici della città?”
“Oh no zia, non si tratta di questo.. sicuramente i miei amici mi mancano, ma io adoro questo posto e ti sono così grata per la tua ospitalità, lo sai.. non vedevo l’ora di trascorrere di nuovo le mie vacanze qui da te, come un tempo..” abbassai lo sguardo..
“Allora cara, cosa c’è che ti rende così pensierosa? Si tratta di ragazzi?” non appena pronunciò quelle parole, la fissai spalancando gli occhi per una frazione di secondo, subito dopo ripresi il controllo e guardai altrove. Lei continuò: “Avrò anche la mia età tesoro, ma sono stata adolescente anch’io e so come ci si sente.. Se ti va di parlarne, io sono qui” e il suo sincero sorriso, fu come un caldo, rassicurante abbraccio.
“Zia.. cosa sai dirmi di John? E di Erik? Insomma…lui è fidanzato con quella ragazza, Jane?”
Vidi mia zia sorridere divertita, ma aveva tutta l’aria di chi sospettasse già qualcosa ancor prima che io aprissi bocca: “Entrambi sono bravi ragazzi, li conosco sin da quando erano solo dei bimbi birbanti. Spesso venivano qui a casa con i loro genitori e si divertivano un mondo a fare i bagni nel lago. Conosco bene le loro famiglie perché lo zio Frank spesso aveva lavorato con i loro papà. John è sempre stato un ragazzo ribelle, eppure, ciò che gli ho visto fare per te, mi ha spiazzata letteralmente, sembra che tu gli piaccia davvero..” La interruppi: “ E che problema ha Erik invece? Sembra che io non gli sia molto simpatica..”
“Ma no... Imparerai a conoscere meglio quel ragazzo e ti stupirà per quanto sa essere dolce e disponibile.. Sai…può apparire freddo e distaccato, ma questo suo atteggiamento è solo una difesa”.
“Una difesa da cosa? Dalle ragazze?”
“In un certo senso…lui e Jane, per tanto tempo, sono stati la coppia più invidiabile di tutta Crystal Lake, sempre molto affiatati e romantici.. Ma quella ragazza è sempre stata più attenta a curarsi le amicizie e ad arricchire la sua reputazione, piuttosto che a badare a ciò che conta per davvero.. Non so in quali rapporti stiano ora, ma credo che qualcosa si sia incrinato nel loro rapporto e conoscendo Erik, non è un bel momento per lui.”
Le ultime rivelazioni mi abbandonarono maggiormente nello sconforto.. Probabilmente Erik era innamorato di Jane e di sicuro non avrebbe pensato a me in nessun modo. Almeno mi convinsi che non mi detestava. “ Capisco zia.. posso solo immaginare come si senta.. spero per lui che riesca a venirne a capo.” Lo dissi con estrema sincerità, anche se, l’idea che a lui non potessi minimamente interessare come ragazza, mi infastidiva. ‘Ma Althea!! Come puoi organizzare simili pensieri?’ mi resi conto che la mia mente era un tantino contorta e il fatto che volessi essere ammirata da tutti i  ragazzi, era proprio assurda! Mi alzai e dopo aver riordinato la spesa di mia zia le dissi “Io esco.. credo che farò due passi per schiarirmi un po’ le idee.. farò ritorno per cena”. Anne mi guardò attentamente, poi aggiunse “Mi raccomando, fa attenzione!” ma io ero ormai già sul vialetto di casa... Imboccai il sentiero che girava intorno al lago e, mentre ero assorta nelle mie perplessità, una mano sulla spalla catturò la mia attenzione:
“Ciao Thea!” mi girai, era Jane. ‘Che bel tempismo!’ pensai..
“Ciao Jane..”
“Voglio presentarti Helen, la mia migliore amica” strinsi la mano all’altra ragazza, dai capelli rossi e gli occhi verdi.
“Stavamo facendo due passi, ma lei deve tornare a casa ora e mi chiedevo se ti andava di continuare a fare una passeggiata con me, magari ci conosciamo meglio!” sorrise. Peccato che io non godevo dello stesso entusiasmo, ma annuii.
“Perfetto! Allora Helen, ti chiamo stasera quando tornerò a casa, ok?”
La sua amica le scoccò due baci sulle guance e poi si rivolse a me: “è stato un piacere conoscerti. Jane mi ha detto che sei la nipote di Anne.. sarà davvero interessante sapere di più su di te, sulle tue esperienze, sulla città, e..i ragazzi” ridacchiarono lei e Jane. “Alla prossima e divertitevi anche senza di me”. Iniziai da subito a pensare a quanto fossero superficiali quelle ragazze, come se io, provenendo dalla città, fossi l’emblema della trasgressione. Jane mi prese subito sotto il braccio e iniziammo a camminare:
“Allora Thea, come ti trovi qui a Crystal Lake? Ti stai ambientando?”
“Sto benissimo - mentii- e ho sempre adorato questo posto sin da quando ero piccola.”
“Si, immagino.. è la magia di questo posto!” era sempre così super elettrizzata questa ragazza? Non sembrava stesse soffrendo per la fine di una relazione..
“è un peccato, comunque, che tu ti sia imbattuta in Erik e John sin da subito..” era vaga, così insistetti:
“In che senso, scusa?”
“Ah beh, è un piccolo paesino e le voci girano in fretta.. Tutti sanno del vostro incontro-scontro dal ferramenta. John a volte sa essere proprio un idiota!” e scoppiò in una risata che trovai irritante. Non sapevo neanche perché mi ritrovai a difenderlo: “John non è un’idiota! Voleva solo scherzare..”
“Ma certo, Thea – mi irritava persino che mi chiamasse con il diminutivo concesso solo ai pochi amici cari e ai familiari- secondo me, quel ragazzo si è preso una bella cotta per te” mi guardava con insistenza, come volesse scorgere dalla mia espressione , qualcosa che a parole non avrei osato rivelare. Decisi di essere più sfacciata e le chiesi: “E tra te ed Erik? Ho notato che c’è una bella confidenza tra voi..”
Il suo sguardo si fece malizioso: “Erik è un così caro ragazzo.. abbiamo avuto una splendida storia insieme e, ad essere sinceri.. beh il nostro rapporto sta continuando alla perfezione!” si atteggiò spostando i suoi lunghi capelli biondi dalla spalla.. Quindi era così…lei ed Erik erano una coppia e le cose tra loro continuavano bene a sentir lei.. eppure guardando lui, si poteva dire il contrario.. Molto strano, pensai…
Lei aggiunse: “credo che si sia innamorato di me.. all’inizio avevo paura che le cose stessero diventando troppo serie tra noi, ma poi ho capito che è lui il ragazzo che voglio tutto per me..” quelle parole bruciarono prepotenti nelle mie orecchie.. non volevo sentire di più! Mi scostai da lei e a voce un po’ troppo alta dissi “Sono proprio felice per voi, ma adesso devo proprio andare.. Ciao!”
“Ma come? Vai già via?”. Non mi voltai neppure e continuai a camminare a passi svelti. Poi, un po’ per l’irritazione che quelle parole mi avevano provocato, un po’ perché agii senza pensarci, infilai la mano nella tasca dei miei jeans, e presi il biglietto di John, con il suo numero di telefono. Composi il numero e attesi quegli istanti come fossero eterni..
“Pronto? Chi parla?”
“Ciao John, sono Althea.. scusa se non mi sono fatta sentire negli ultimi giorni..”
“Ma che bella sorpresa! Sono così contento che tu abbia chiamato..”  e ancora prima che io potessi proporre qualcosa da fare insieme, lui aggiunse “Ti andrebbe un pic-nick con me, stasera al lago, al chiaro di luna?” In quell’istante realizzai che non potevo più tornare indietro, o avrei fatto la figura della stupida, quindi presi un bel respiro e dissi “ Con molto piacere, John..ti aspetto da me, stasera alle nove.
“Non vedo l’ora! Sarò puntale!”
Riattaccai il telefono e intrapresi la strada verso casa…                                                                             


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