Riattaccai il
telefono di casa di Anne e mi incamminai verso il salotto. Avevo appena
risentito i miei genitori e avevo fatto il possibile per mantenere calma la mia
voce e tranquillizzarli sul fatto che stavo davvero bene a Crystal Lake. Mi
piaceva molto quel posto ma avevo la sensazione che le cose pian piano si
stessero complicando: ero arrivata lì per fuggire da un ragazzo, e ora mi
ritrovavo a pensare a ben due ragazzi dopo solo cinque giorni dal mio arrivo.
Soltanto tre sere prima non volevo partecipare alla cena organizzata da zia
Anne, ma poi erano successe delle cose che inspiegabilmente mi avevano turbata:
avevo incontrato per la prima volta quella ragazza, Jane e , a giudicare da
come parlava con Erik, come lo guardava e come erano in confidenza anche con i
gesti, avrei giurato che quei due avessero una storia; poi per la prima volta
mi ero trovata a chiacchierare brevemente con lui e, anche se tentava di
nasconderlo, qualcosa doveva averlo ferito durante quell’incontro con Jane e io
non volevo immischiarmi in quella situazione; infine, la cosa più shockante tra
tutte, era legata a John che, con mia grande sorpresa, mi aveva dato il suo
numero e aveva accennato ad un appuntamento. Che situazione! Avevo aggiornato
la mia amica Claire sugli ultime novità tramite messaggi e mail, perché , in
qualche modo, non volevo lei notasse dal tono della mia voce tutto il mio
coinvolgimento nei confronti di Erik e John dopo così poco tempo. Inoltre non me
la sentivo di fare un simile torto nei confronti di Matt, seppure io non gli
dovevo niente; era forte il contrasto tra le mie fantasie su un ipotetico
ragazzo con cui uscire e i sensi di colpa che quelle fantasie suscitavano in
me, perché sapevo perfettamente quanto una simile notizia avrebbe distrutto il
mio migliore amico. Cosa dovevo fare? John, come se non bastasse, mi aveva
ripetutamente cercata al telefono di casa di Anne e io, puntualmente avevo
trovato mille scuse per non rispondergli. Davvero era convinto che avrei preso
il suo numero e lo avrei chiamato? Magari sarebbe stato opportuno da parte mia
scrivergli un messaggio, spiegargli che non ero pronta per frequentare un
ragazzo, ma se lo avessi fatto lui avrebbe avuto il mio numero e, ci avrei scommesso,
avrebbe insistito con messaggi e chiamate. D’altro canto, non era carino che
zia Anne fosse obbligata puntualmente a rispondere al telefono al posto mio
come copertura e, anche se non lo diceva, sapevo che questa situazione non le
piaceva molto. Entrata nel salotto, mi misi a sedere comodamente sul divano.
Non avevo mai notato quanto zia Anne fosse minimalista nella cura dei dettagli:
conservava ogni singolo oggetto, sia che lo avesse acquistato da sé, o che le
fosse stato regalato; le vetrine del salotto erano curate e ordinate. Chissà
quanto tempo mia zia passava a riordinare e spolverare, visto che comunque
l’ordine e la pulizia erano impeccabili in casa sua. In quel preciso istante
entrò nella stanza adiacente con i sacchetti della spesa e, da brava nipote,
corsi ad aiutarla. “Sei un tesoro cara” era ammirabile questa donna, nonostante
le fatiche e la stanchezza, riusciva a sorridere trasmettendo tranquillità a
chiunque le si trovasse intorno.
“Figurati, zia.. poco
fa ho sentito i miei e hanno confermato cha tra qualche giorno saranno qui..”
“Oh come sono
contenta! Così potrò finalmente rivedere tuo fratello Logan, quell’adorabile
peste.” Scoppiammo a ridere, ma la mia risata finì troppo preso e lei lo notò:
“Tesoro - mi invitò a
sedermi vicino a lei – cosa c’è che non va? Non ti piace stare qui? Ti mancano
gli amici della città?”
“Oh no zia, non si
tratta di questo.. sicuramente i miei amici mi mancano, ma io adoro questo
posto e ti sono così grata per la tua ospitalità, lo sai.. non vedevo l’ora di
trascorrere di nuovo le mie vacanze qui da te, come un tempo..” abbassai lo
sguardo..
“Allora cara, cosa
c’è che ti rende così pensierosa? Si tratta di ragazzi?” non appena pronunciò
quelle parole, la fissai spalancando gli occhi per una frazione di secondo,
subito dopo ripresi il controllo e guardai altrove. Lei continuò: “Avrò anche
la mia età tesoro, ma sono stata adolescente anch’io e so come ci si sente.. Se
ti va di parlarne, io sono qui” e il suo sincero sorriso, fu come un caldo,
rassicurante abbraccio.
“Zia.. cosa sai dirmi
di John? E di Erik? Insomma…lui è fidanzato con quella ragazza, Jane?”
Vidi mia zia
sorridere divertita, ma aveva tutta l’aria di chi sospettasse già qualcosa
ancor prima che io aprissi bocca: “Entrambi sono bravi ragazzi, li conosco sin
da quando erano solo dei bimbi birbanti. Spesso venivano qui a casa con i loro
genitori e si divertivano un mondo a fare i bagni nel lago. Conosco bene le
loro famiglie perché lo zio Frank spesso aveva lavorato con i loro papà. John è
sempre stato un ragazzo ribelle, eppure, ciò che gli ho visto fare per te, mi
ha spiazzata letteralmente, sembra che tu gli piaccia davvero..” La interruppi:
“ E che problema ha Erik invece? Sembra che io non gli sia molto simpatica..”
“Ma no... Imparerai a
conoscere meglio quel ragazzo e ti stupirà per quanto sa essere dolce e
disponibile.. Sai…può apparire freddo e distaccato, ma questo suo atteggiamento
è solo una difesa”.
“Una difesa da cosa?
Dalle ragazze?”
“In un certo
senso…lui e Jane, per tanto tempo, sono stati la coppia più invidiabile di
tutta Crystal Lake, sempre molto affiatati e romantici.. Ma quella ragazza è
sempre stata più attenta a curarsi le amicizie e ad arricchire la sua
reputazione, piuttosto che a badare a ciò che conta per davvero.. Non so in quali
rapporti stiano ora, ma credo che qualcosa si sia incrinato nel loro rapporto e
conoscendo Erik, non è un bel momento per lui.”
Le ultime rivelazioni
mi abbandonarono maggiormente nello sconforto.. Probabilmente Erik era
innamorato di Jane e di sicuro non avrebbe pensato a me in nessun modo. Almeno
mi convinsi che non mi detestava. “ Capisco zia.. posso solo immaginare come si
senta.. spero per lui che riesca a venirne a capo.” Lo dissi con estrema
sincerità, anche se, l’idea che a lui non potessi minimamente interessare come
ragazza, mi infastidiva. ‘Ma Althea!! Come puoi organizzare simili pensieri?’
mi resi conto che la mia mente era un tantino contorta e il fatto che volessi
essere ammirata da tutti i ragazzi, era proprio assurda! Mi alzai e dopo
aver riordinato la spesa di mia zia le dissi “Io esco.. credo che farò due
passi per schiarirmi un po’ le idee.. farò ritorno per cena”. Anne mi guardò
attentamente, poi aggiunse “Mi raccomando, fa attenzione!” ma io ero ormai già
sul vialetto di casa... Imboccai il sentiero che girava intorno al lago e,
mentre ero assorta nelle mie perplessità, una mano sulla spalla catturò la mia
attenzione:
“Ciao Thea!” mi
girai, era Jane. ‘Che bel tempismo!’ pensai..
“Ciao Jane..”
“Voglio presentarti
Helen, la mia migliore amica” strinsi la mano all’altra ragazza, dai capelli
rossi e gli occhi verdi.
“Stavamo facendo due
passi, ma lei deve tornare a casa ora e mi chiedevo se ti andava di continuare
a fare una passeggiata con me, magari ci conosciamo meglio!” sorrise. Peccato
che io non godevo dello stesso entusiasmo, ma annuii.
“Perfetto! Allora
Helen, ti chiamo stasera quando tornerò a casa, ok?”
La sua amica le
scoccò due baci sulle guance e poi si rivolse a me: “è stato un piacere
conoscerti. Jane mi ha detto che sei la nipote di Anne.. sarà davvero
interessante sapere di più su di te, sulle tue esperienze, sulla città, e..i
ragazzi” ridacchiarono lei e Jane. “Alla prossima e divertitevi anche senza di
me”. Iniziai da subito a pensare a quanto fossero superficiali quelle ragazze,
come se io, provenendo dalla città, fossi l’emblema della trasgressione. Jane
mi prese subito sotto il braccio e iniziammo a camminare:
“Allora Thea, come ti
trovi qui a Crystal Lake? Ti stai ambientando?”
“Sto benissimo -
mentii- e ho sempre adorato questo posto sin da quando ero piccola.”
“Si, immagino.. è la
magia di questo posto!” era sempre così super elettrizzata questa ragazza? Non
sembrava stesse soffrendo per la fine di una relazione..
“è un peccato,
comunque, che tu ti sia imbattuta in Erik e John sin da subito..” era vaga,
così insistetti:
“In che senso,
scusa?”
“Ah beh, è un piccolo
paesino e le voci girano in fretta.. Tutti sanno del vostro incontro-scontro
dal ferramenta. John a volte sa essere proprio un idiota!” e scoppiò in una risata
che trovai irritante. Non sapevo neanche perché mi ritrovai a difenderlo: “John
non è un’idiota! Voleva solo scherzare..”
“Ma certo, Thea – mi
irritava persino che mi chiamasse con il diminutivo concesso solo ai pochi
amici cari e ai familiari- secondo me, quel ragazzo si è preso una bella cotta
per te” mi guardava con insistenza, come volesse scorgere dalla mia espressione
, qualcosa che a parole non avrei osato rivelare. Decisi di essere più
sfacciata e le chiesi: “E tra te ed Erik? Ho notato che c’è una bella
confidenza tra voi..”
Il suo sguardo si
fece malizioso: “Erik è un così caro ragazzo.. abbiamo avuto una splendida
storia insieme e, ad essere sinceri.. beh il nostro rapporto sta continuando
alla perfezione!” si atteggiò spostando i suoi lunghi capelli biondi dalla
spalla.. Quindi era così…lei ed Erik erano una coppia e le cose tra loro
continuavano bene a sentir lei.. eppure guardando lui, si poteva dire il
contrario.. Molto strano, pensai…
Lei aggiunse: “credo
che si sia innamorato di me.. all’inizio avevo paura che le cose stessero
diventando troppo serie tra noi, ma poi ho capito che è lui il ragazzo che
voglio tutto per me..” quelle parole bruciarono prepotenti nelle mie orecchie..
non volevo sentire di più! Mi scostai da lei e a voce un po’ troppo alta dissi
“Sono proprio felice per voi, ma adesso devo proprio andare.. Ciao!”
“Ma come? Vai già
via?”. Non mi voltai neppure e continuai a camminare a passi svelti. Poi, un
po’ per l’irritazione che quelle parole mi avevano provocato, un po’ perché
agii senza pensarci, infilai la mano nella tasca dei miei jeans, e presi il
biglietto di John, con il suo numero di telefono. Composi il numero e attesi
quegli istanti come fossero eterni..
“Pronto? Chi parla?”
“Ciao John, sono
Althea.. scusa se non mi sono fatta sentire negli ultimi giorni..”
“Ma che bella
sorpresa! Sono così contento che tu abbia chiamato..” e ancora prima che
io potessi proporre qualcosa da fare insieme, lui aggiunse “Ti andrebbe un
pic-nick con me, stasera al lago, al chiaro di luna?” In quell’istante
realizzai che non potevo più tornare indietro, o avrei fatto la figura della
stupida, quindi presi un bel respiro e dissi “ Con molto piacere, John..ti
aspetto da me, stasera alle nove.
“Non vedo l’ora! Sarò
puntale!”
Riattaccai il telefono
e intrapresi la strada verso casa…
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